
Con la maggior parte degli appartenenti della banda Morello di fatto detenuti, fu fissata la data del processo il 26 gennaio 1910 a New York presso il tribunale federale di Houston Street. Gli imputati furono 9 e a presiedere la giuria fu il giudice George Ray,. Un anziano magistrato che aveva già giudicato casi di contraffazione. Lupo e Morello per la loro difesa avevano assunto l’avvocato Mirabeau L. Towns. Costui era un avvocato americano molto qualificato, con il vantaggio di parlare in italiano. La famiglia Morello iniziò a costruire falsi alibi per il loro capo imprigionato. Il piano consisteva nel far deporre dei medici mendaci che dichiarassero come la salute del Morello fosse non compatibile con le attività illecite di cui era accusato, ovvero, che era stato a letto tormentato dai reumatismi durante il 1909. I due medici erano tale Romano e Brancato ben conosciuti dalla famiglia Morello. Romano inizialmente fece delle resistenze ma poi sotto pressione accettò. Temeva per la sua famiglia. In realtà poi dichiarò che egli visitava Morello due volte settimana e che dal 1908 al 1909 egli era affetto da reumatismi e che era impossibilitato a muoversi. Questa deposizione mendace sarebbe stata facilmente smontata dai testimoni dell’accusa. Ben otto agenti dei servizi segreti testimoniarono che avevano seguito il capo della mafia di New York e lo avevano visto camminare per le vie della metropoli in perfetta salute. Furono portati a deporre anche testimoni dalle Highland; il direttore delle poste, un barbiere e diversi operatori telefonici. Il direttore delle poste dichiarò di aver ricevuto corrispondenza per Morello e di avergliela consegnata e di averlo visto in città in diverse occasioni.

Lupo, affermò di essere rimasto ad Ardonia, con la famiglia di William Oddo. In realtà the Wolf era riuscito a eludere la sorveglianza del personale dei servizi segreti da quando era scomparso da New York all’inizio del 1909, ma era stato identificato dalle ragazze della centrale telefonica delle Highland. Le centraliniste lo avevano notato poiché era vestito in maniera distinta rispetto all’italiano medio. Inoltre sempre nelle Highland un barbiere lo riconobbe come un suo cliente per avergli rasato la barba. Nelle sedute iniziali del processo Nick Terranova, fratellastro del Morello e dopo l’arresto scarcerato, diede ordine di riempire tutti i posti destinati al pubblico. Un italiano notato tra il pubblico che minacciava i testimoni fu fatto allontanare. Il giudice ricevette delle lettere con minacce da parte della mano nera. Nell’ufficio dello sceriffo fu trovato un coltello conficcato nel tavolo. Un coltello fu fatto trovare sul banco della giuria prima che i giurati fossero entrati. Pertanto gli uomini dei servizi segreti furono messi a sorvegliare i corridoi del tribunale.

Il colpo di scena di tutto il processo fu quando fu chiamato a testimoniare Comito che era il principale teste dell’accusa. Cos’era successo dopo la cattura del tipografo? Il Calabrese per assicurarsi di non essere accusato e per ricevere altri vantaggi quali soldi e nuova sistemazione per lui e per la sua compagna, aveva raccontato tutta la sua vicenda vissuta nella Highland agli agenti dei servizi segreti che non lo arrestarono e lo portarono a testimoniare contro Morello e la sua consorteria. Fu davvero un duro colpo per gli imputati e nello specifico per Morello che prima di quella testimonianza era sicuro di uscire assolto dall’aula di tribunale. Comito in merito alla leadership di Morello dichiarò testualmente:
“Il leader è un uomo armato di nome Morello che non prende ordini da altri. L’attività veniva sempre svolta da tre o quattro elementi, diretti da un “caporale”. Quest’ultimo veniva incaricato del “lavoro” da svolgere dal capo chiamato in codice il “Presidente”. Morello, da lontano, di fatto dirigeva l’esecuzione dei lavori dei quattro membri. Non era mai in contatto con coloro che eseguivano materialmente il lavoro in modo che se fosse stata scoperta l’attività illecita dalla polizia gli sarebbe stato facile dissociarsi. Una volta scoperta l’attività criminosa il capo, ovvero Morello, avrebbe informato tutti gli altri membri che, dopo aver tenuto un consiglio, deliberavano come procedere.”

L’artiglio e i componenti della sua banda non si aspettavano la testimonianza di Comito. Le sue parole lo inchiodarono alla sue responsabilità assieme ai suoi accoliti. La testimonianza fu precisa, puntuale L’avvocato difensore non riuscì a intaccarla nonostante cercasse di screditarlo facendolo apparire un pericoloso criminale. Oltre a Comito furono ascoltati 60 testimoni. Il processo si concluse il 19 febbraio. La giuria impiegò solo un’ora per giungere a una decisione di condanna per ogni imputato. Prima che la sentenze venisse emessa, il tribunale fu fatto sgomberare da parenti e curiosi. Giuseppe Morello, il leader della banda, fu condannato a 25 anni di lavori forzati e una multa di 1000 dollari. Nonostante avesse chiesto la sospensione della pena e il permesso di tornare in Italia, fu trascinato fuori dall’aula del tribunale urlando. Ignazio Lupo fu condannato a trent’anni di lavori forzati e 1000 dollari di multa. Giuseppe Palermo fu condannato a 15 anni di lavori forzati e una multa di 500 dollari. Antonio Cicala a diciotto, Salvatore Cinà e Vincenzo Giglio furono tutti condannati a 15 anni di lavori forzati e una multa di $ 500 . Giuseppe Calicchio, il tipografo napoletano, fu condannato a, diciassette anni di lavori forzati e una multa di $ 100 . Nick Sylvester fu condannato a 5 anni di lavori forzati e una multa di 500 dollari. In seguito sarebbe stato un informatore dei servizi segreti durante la sua permanenza in prigione. Rivelò come erano avvenute la riproduzione delle lastre per la stampa, e che Cinà aveva seppellito le lastre nei suoi campi. Inoltre diede informazioni sui membri della banda di Morello. I condannati furono scortati dal tribunale e ristretti nel carcere delle tombe. Due giorni dopo gli appartenenti alla banda venivano trasferiti al penitenziario federale di Atlanta per l’espiazione delle condanne. I vertici della banda di Morello furono finalmente arrestati e condannati. I giornali diedero molto spazio a questa notizia. In data 11/12/1910 , Giuseppe Boscarino, già sotto sorveglianza nel 19 09 fu condannato a 15 anni di prigione da scontare presso il penitenziario di Atlanta. Nel gennaio 1911 , quasi un anno dopo la sua reclusione per contraffazione, Giuseppe Morello avrebbe parlato con il procuratore che rappresentava le autorità statunitensi . Nella speranza di abbreviare la pena ha fornito informazioni sull’omicidio del tenente Petrosino. Nessuna prova è mai stata trovata di questo. Nel giugno 1911, la famiglia riuscì a r accogliere abbastanza soldi per inviare il caso alla corte di appello. L’appello non fu accolto. Gli anni seguenti i componenti della banda di Morello cercarono di ottenere il rilascio dei loro leader usando diversi disperati approcci.

Nel 1912, i servizi segreti vennero a conoscenza delle conversazioni tra Nick Terranova e Giuseppe DeMarco per rapire i figli dell’agente Flynn, un piano che Nick rifiutò perché non voleva mettere a repentaglio la possibilità di libertà condizionale di suo fratello. I fratelli Terranova fondarono un’associazione denominata “The White Doves” con l’obiettivo di darsi alla politica. Nick Terranova avuto contatti con un politico italiano di Chicago che sosteneva di poter ottenere la sua liberazione fratellastri a $ 15 , 000 , $ 500 in anticipo e il resto pagato sul rilascio, ma nulla è mai venuto di esso. Uno spacciatore fu arrestato ad Harlem, con banconote false da $ 1 ciascuno. In quella circostanza i servizi segreti appresero che i proventi dovevano essere utilizzati per corrompere le guardie del penitenziario di Atlanta per consentire a Morello e Lupo di scappare. Tutti i tentativi delle bande di ottenere un rilascio fallirono. Giglio morì di malattia di Atlanta Penitentiary il 5 ° maggio 1914 . Cecala e Sylvester sono stati rilasciato sulla parola il 21 ° febbraio 1915 .Cinà fu rilasciato sulla parola dal penitenziario di Atlanta nel novembre 1916 . Calicchio e Palermo furono rilasciati sulla parola nel 1920 . La pena di Morello fu commutata a 15 anni e fu rilasciato nel 1920. Lupo ricevette una commutazione in pena condizionale e fu anche rilasciato nel 1920. Dopo la condanna di Morello Sam Locino fu raggiunto da due colpi di pistola che gli sfiorarono la testa ma per fortuna non lo uccisero. Sulla testa di Comito fu messa da parte della banda Morello una taglia di 2.500 dollari.


Il governo di Morello e Lupo terminò quando furono imprigionati, pertanto il loro potere criminale si spostò su vari altri personaggi di East Harlem. Si suppone che la banda oltre a godere della protezione degli ufficiali di polizia di New York corrotti , abbia avuto una certa influenza politica. Nel 1903, negli archivi dei servizi segreti si conserva il documento che riporta una conversazione tra Piero Inzerillo e uno dei loro agenti sotto copertura. Pietro Inzerillo fu un membro della banda Morello e proprietario di una pasticceria in Elisabetta street al numero 226 con insegna ‘Dolceria Pasticceria’. Il locale fu noto ritrovo per la banda. Durante la conversazione Inzerillo affermò che il suo rilascio durante il processo fu dovuto alle azioni del membro del Congresso Timothy Sullivan. Nel giugno 1912, mentre i legali di Morello e Lupo stavano cercando di ottenere il loro rilascio, William Flynn dei servizi segreti fu intervistato sul potere politico delle bande: ‘Il più forte che conosco. È quasi impossibile combatterlo. Viene da entrambi i partiti politici. Poi gli fu chiesto se questa influenza sarebbe stata abbastanza forte da iniziare un’indagine del Congresso sui servizi segreti nella speranza di paralizzarla. ” La risposta di Flynn fu“È possibile” .

Flynn fu anche citato nel Washington Post nel 1912 . Parlando della banda disse: Queste bande sono protette dal denaro e dall’influenza politica. Biasimo i due partiti politici. Entrambi proteggono queste bande per un motivo o per l’altro. Certo, oltre a poter raccogliere migliaia di dollari da italiani e siciliani, riescono a far spostare centinaia di voti terrorizzando i cittadini. La polizia è in una certa misura impotente a causa del potente sostegno che questi uomini ottengono dai politici.” Va anche sottolineato come la stampa di quel periodo quando si riferiva alla banda di Morello spesso la chiamava “The Wolf Gang” o “Wolf -Morello Band”. In effetti Ignazio Lupo, a causa della sua attività di commerciante, etichettato con lo pseudonimo intimidatorio “Wolf the wolf”, riceveva spesso più spazio negli articoli nei quotidiani quando si parlava della banda negli articoli di giornale.
di Fabio Fabiano